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se ne vedevano se non in lontananza fra le vigne: e anche avessi trovato quella che cercavo a che mi serviva?

Rientrai nella pineta: il chiarore della luna si faceva sempre più vivo, illuminava i sentieri, i cespugli, illuminava, a tratti, quando io ci capitavo sotto, l’involto bianco che tenevo con me! E mi gelava tutto, come fosse un getto di ghiaccio, mi penetrava fino al cuore e smorzava la mia gioia.

Non tentavo neppur più di parlare: il suono della mia voce accresceva la mia paura. Tuttavia speravo ancora di essermi ingannato; forse la bimba era viva ancora, forse si poteva ancora salvare. Bisognava portarla dal dottore: ed ecco mi dirigo ancora alla casa del dottore: adesso mi orientavo bene, nella pineta, capivo finalmente dov’era il mare dove il paese, dove il fiume.

Vado di nuovo verso il mare: lo sfondo grigio s’è fatto azzurro; sotto la luna piena sempre più alta e chiara, tutto il paesaggio si colorisce di azzurro e di argento, tutto diventa fresco, lieve, irreale.

Ed anch’io nonostante la stanchezza, l’angoscia, il terrore, ho l’impressione di essere diventato lieve, di camminare rapido, senza sfiorare la