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tornò in mente il proverbio: ride bene chi ride l’ultimo.
Intanto al rumore dei passi era venuta fuori la zia; pareva si fosse preparata per questa visita, aggiustata com’era, come del resto si aggiustava nei giorni di festa, sebbene non uscisse fuori di casa, coi capelli lisciati e le scarpette lucide.
Fece cenno all’uomo di star comodo, poiché egli si alzava per salutarla, e sedette all’opposto lato del tavolino: proprio come l’altra volta col nano.
E il Tobia si mise a parlare con lei, rigido sulla sedia, rigido in viso: mi faceva l’effetto di un uomo di legno, montato pezzo per pezzo: e che non fosse in sua facoltà lo smontarsi.
La zia lo ascoltava e mi guardava: quando quello finì, stette pensierosa, infine a cenni e per iscritto mi fece sapere che qualcuno voleva comprare il mio terreno e che il Tobia era incaricato della mediazione.
Domandai subito quanto offrivano.
Allora la zia si fece rossa di sorpresa e di dolore: mi domandò:
— Ma perché? Lo vorresti vendere?
Giudicai giunto il momento di dirle tutto: momento più opportuno non si poteva trovare. In fondo era sempre