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del mio cuore e mi avvolgeva tutto: e non vedevo che un punto solo, in questa caligine, e verso il quale andavo ciecamente.

Ed ecco il tempo che sembrava interminabile passa: è un’ora, due ore: il sole è scomparso dalla nostra casa e sembra già cada la sera da quel cielo tristemente lucido di febbraio: i gatti rabbrividiscono di freddo e vengono ad aggrupparsi tutti gli uni sugli altri sulla pietra del focolare: anche i piccioni stanno sui mattoni tiepidi dei fornelli; la zia è nella sua camera a leggere, con gli occhiali, un libro di orazioni: io apro quasi furtivo la porta: è l’ora in cui le donne cominciano a uscire a spasso, cercando la parte soleggiata della strada: arriva di lontano già un odore di erba, di violette, di amore...

Mentre stavo per varcare la soglia ecco un’ombra mi si spezzò ai piedi, parve ricacciarmi dentro.

Ricordai la notte in cui avevo trovato il nano seduto davanti al tavolino del nostro salotto.

Adesso era il mio creditore che veniva a farci visita.