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Ecco dunque la conversazione scritta fra me e lui:
Tobia: “Tutto questo va bene; ma, caro, è difficile trovare un posto d’agronomo, nelle tue condizioni”.
Io: “Ma io posso accettare di lavorare anche come contadino”.
Tobia: “Non ti conviene, caro, dimmi, piuttosto, perché non pensi a coltivare il tuo terreno?”.
Io: “Ci penso, sì, ma non ho denari”.
Tobia: “Quanto ti occorrerebbe?”.
Io: “Per adesso duemila lire”.
Tobia: “Il tuo terreno quanto vale?”.
Io: “Cinque o sei mila lire, com’è adesso”.
Tobia: “Se qualcuno ti offre le duemila lire in prestito, saresti tu disposto a firmare una cambiale ed a lasciar accendere un’ipoteca sul tuo terreno?”.
Io ero disposto a tutto, anche a lasciare accendere un’ipoteca dal diavolo sull’anima mia.
Il droghiere Tobia mi significò essere lui medesimo in persona che dava i denari: prima però doveva informarsi se davvero il mio terreno era coltivabile, e volle sapere da me come intendevo disporre di quelle prime due mila lire.
Io avevo fatto tante volte i miei conti; mi bastava in principio una capanna, degli strumenti