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alla lampada, volse poi il foglio e continuò.

La cosa era lunga!

E quando tutto fu detto, io dovetti aspettare ancora, perché la zia lesse dapprima all’uomo quello che aveva scritto: e l’uomo approvava con la testa; in ultimo dovette fare qualche osservazione perché qualche riga fu aggiunta a quelle già scritte, poi il quaderno passò in mani mie. Lessi con calma: mi pareva non si trattasse più di me.

“Si tratta di una cosa grave, ed io non credevo che tu potessi macchiarti di un delitto così vile. Hai rovinato una fanciulla innocente, laboriosa e onorata: la ragazza è fidanzata ad un suo giovane cugino che fortunatamente non la vede spesso, perché sta in Romagna.

Essa dice che troverà il modo di rompere questa promessa di matrimonio, perché non vuole ingannare il giovane: però di te non vuole saperne. Ti odia. Le hai destato tanto terrore che, dopo il tuo delitto, è rimasta parecchio tempo malata. Non ha però rivelato nulla alla sua famiglia finché i segni della sua sciagura non si sono palesati. Per fortuna aveva il tuo biglietto per difendersi, altrimenti il padre l’avrebbe uccisa.