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avevo risposto con la parola fatale, o penitenza ad entrambi i giocatori che si impegnavano nella terribile partita dell’amore e del matrimonio?
Io però non sopportavo la derisione, anche se accompagnata da simpatia; e decisi di vincere io, con coraggio.
Così, quando il mio compagno di gioco, per penitenza mi impose di confessare come desideravo fosse il mio futuro sposo, risposi con accento che pareva leggero e invece risonava dal profondo del cuore:
— Come lei.
Il giorno dopo egli mi scrisse una lettera d’amore: e nel maggio seguente fu celebrato il nostro matrimonio.
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— Tu hai pianto, sciocchina: hai ragione, però: tutto ci va di traverso, oggi. La Marisa è andata in paese ad assistere al parto della sua nuora, e il marito dice che ancora non hanno ricevuto la lettera