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— Ti ho preso, e non ti lascerò mai più.
Sopratutto mi avvinse il senso di confidenza e di amicizia che egli subito destò in me. Fu come se la porta chiusa della dimora notturna, dentro la quale amavo nascondermi, d’un tratto si spalancasse, e la luce del mattino arrivasse finalmente anche per me.
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Il gioco fu ripreso: e con un colore ben più intenso di quello di prima. Una catena magica stringeva adesso l’uno all’altro gli invitati; e tutti, specialmente le ragazze, si protendevano verso di me ed il mio compagno di gioco, quasi dovesse dalle nostre parole sgorgare il raggio che rivelasse il vero perché della riunione.
E c’è invidia, malizia, ma anche gioia, nello sguardo di tutti: la stessa madre delle ragazze, il cui viso esprime sempre una sofferenza segreta, adesso sorride e mi