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e ripresi animo; non solo, ma cominciai a sentire a mia volta un benevolo calore di derisione per la scena che mi si svolgeva intorno.

Si giocava al gioco del perché?

— Perché, signor Attilio, oggi si è messo la cravatta turchina?

— Mi piaceva quella.

— E perché le piaceva quella?

— Speravo piacesse anche a lei.

— E perché sperava piacesse anche a me?

— Credevo che il colore turchino fosse, per le cravatte, quello da lei preferito.

— E perché sperava.... ecc.

Finché il disgraziato pronunziava la fatale parola: un coro di voci lo lapidava:

— Penitenza! Penitenza!

Le frasi più sciocche venivano accolte da risate interminabili; eppure il gioco minacciava di languire, forse perché sotto non c’era il vero scopo di questi esercizi, che è l’eccitamento all’amore, quando sopraggiunse il nostro inquilino.

La sua apparizione portò nella stanza