Pagina:Deledda - Il paese del vento, 1931.djvu/58


— 52 —

dormiva per paura che gli rubassero i quattrini. E mio padre, a sua volta, è sempre ossessionato dall’idea che il Signore conceda all’uomo i denari, non per serbarli ma per spenderli. La malattia, però, si fermerà in lui, glielo assicuro io. Gabriele, se malattia ha, è quella di essere nato con le mani bucate.

Si guardò le mani attraverso la luce, ed i ragazzi assicurarono di vederne davvero i buchi.

Io sentivo un malessere quasi fisico, un senso di soffocamento; e avrei voluto andarmene fuori, nella notte scura ricinta di stelle, o arrampicarmi sul tetto della casa: poiché quello che avevo davanti, che mangiava, e mangiava forte, e beveva, rideva, si beffava anche dei suoi parenti, era proprio il Gabriele da me immaginato in seguito ai racconti, per quanto benevoli, anzi orgogliosi, del padre: un giovane, insomma, stravagante e funambulesco, che faceva ridere la gente, ma per divertirsi dell’ingenuità altrui.

Bisogna dire che, oltre il resto, pro-