Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 50 — |
te: Gabriele però rise, d’istinto; poi tornò a guardarmi e si rabbuiò.
Ebbi l’impressione che egli indovinasse come io me lo ero immaginato prima di conoscerlo, e volesse cancellare in me quel fantasma: e mi parve che intendesse anche lui punire per la sua insolente domanda il mio fratellino, perché lo prese forte per le spalle e gli disse con voce veramente minacciosa:
— Se voglio posso inghiottire pure te.
Spalancò la bocca, piegandosi sulla testa del bambino, e roteò gli occhi, fatti diabolici: ed un’altra impressione io ebbi, che i suoi denti masticassero i capelli del colpevole.
Adesso cadeva nel tragico: la sua figura si scomponeva di nuovo; di nuovo mi destava un turbamento d’angoscia.
Tutti gli altri, invece, ridevano: e ai loro taciti inviti, o forse per farmi soffrire, egli cominciò a fare il giocoliere. Ingoiò i coltelli, fece camminare, ridotta a imbuto capovolto, una delle mie preziose salviette; fece crescere, nel vaso posato sul davan-