Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 32 — |
occuparsi di lei. Ballò, anche, e ricevette subito parecchie dichiarazioni d’amore. Finché, avvertito da un amico, non sopraggiunse un mio giovane nipote, il quale, osservata bene la straniera, gridò:
— Ma non vedete, babbalei, che quello è il mio cugino Gabriele?
★
Neppure nel raccontare questa prodezza del suo Gabriele, il notaio sorrideva; e, fra l’ilarità degli altri, comprese le serve, che si fermavano sull’uscio coi piatti in mano e gli occhi scintillanti di ammirazione, neanche io sorridevo; sia per soggezione del grande uomo nero, sia perché la figura del giovane studente mi appariva, attraverso i racconti del padre, fatti con quella voce dura e quasi tetra, tutt’altro che allegra; pensavo:
— Dev’essere mezzo matto, questo signorino Gabriele.
E mi pareva di vederlo, in mezzo alla