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Poi si andò via anche noi, e invece di ritornare per il sentiero dell’arenile, in quell’ora poco illuminato, si seguì la strada larga, che s’incrociava col viale della stazione. Un po’ stanca davvero, ma sopratutto stordita e ancora disorientata per la mia triste avventura, mi appoggiai al braccio del mio compagno, col solo desiderio di arrivare presto a casa e mettermi a dormire. Dormire, un lungo sonno profondo, e risvegliarmi come quella prima mattina del nostro soggiorno nella casetta, con l’impressione di aver sognato, e di rinascere ad una nuova fresca realtà.
Anche mio marito taceva e, contro il suo solito, camminava lento: pareva che la festa ci avesse lasciato scontenti, e tali fossero le nostre idee in proposito, da preferire di non comunicarcele.
Solo, quando si fu a casa, ed io, dopo essermi spogliata e lavata, gettandomi tra