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— Bisogna che io vada, signora: mi permetta di salutarla.
Ancora avvolta dal pensiero di quell’ombra, gli domandai, anch’io sottovoce:
— Perché vuole andarsene?
— Sto in pensiero per l’inquilino.
Ebbi desiderio di pronunziare cattive parole: non lo feci: non mi ero già proposta di perdonare e dimenticare?
— D’altronde siamo già da due ore a tavola, — egli riprese, col suo bel sorriso scintillante, — mi pare che basti. Lei sarà stanca.
— Oh, no, in così bella compagnia. Ma come fa a sapere che siamo da due ore a tavola?
— Tutto si sa, da chi ha buona volontà.
— Chi l’accompagna a casa?
— L’angelo, se mia moglie non si decide a farlo.
Si alzò; e pareva davvero guidato da un angelo invisibile, perché andò dritto verso l’uscio d’ingresso della sala, che un cameriere aprì e richiuse dopo che egli fu uscito.
Deledda, Il paese del vento. | 14 |