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lo spianarsi: le rughe sparvero, gli occhi ebbero il riflesso dorato della coppa che egli sollevava. Con la mano sinistra, esageratamente grande per quel piccolo corpo, si lisciò i capelli, come per ricomporli; poi aggrottò forte le sopracciglia irsute, sporse il mento, balzò in piedi.

Silenzio generale. Quelli delle altre tavole, che ci davano le spalle, si volsero tutti in qua; i camerieri si fermarono come statue sul vano delle vetrate, l’albergatore apparve sull’uscio.

L’ex sindaco rivolgeva il discorso di rito al suo successore: e sollevandosi sulla punta dei piedi pareva volesse slanciarsi a volo dietro le sue rombanti parole. Rombanti, ma anche piene di buon senso, di cordialità, di ammirazione e sopratutto di fiducia per il nuovo capo del paese. Concluse poi con una modestia ammirabile:

«Quello che per il bene del nostro Comune e della nostra laboriosa onesta popolazione non abbiamo saputo far noi, uomini di mare e di campagna, abituati a dominare gli elementi più che le cifre