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monto e, per contrasto, cinerarie di un azzurro pallido di sera invernale; fiamme purpuree di fiori di canna e rose di ambra, si slanciavano dai vasi di terra cotta, dipingendo coi loro mazzi fantastici lo sfondo di lacca degli intercolunni, sui quali erano state sollevate le tende di tela di vela.

Dentro, nelle sale, si vedevano le tavole apparecchiate con un certo sfarzo sgargiante, con servizi e cristalli dorati, e grandi vasi di fiori: e le molte bottiglie smeraldine e opaline di acque minerali, coi loro minareti di tappi metallici, smentivano le previsioni maligne della nostra Marisa.

Il profumo delle rose, che vinceva ogni altro profumo, mi ricordò il giorno delle nostre nozze; nozze che, mi parve, questa festa doveva rinnovare e confermare.

Presento il Fanti a mio marito, e dico con voce sicura:

— Sono stata a visitare il malato.

Nessun commento. In attesa che giungano tutti gl’invitati ci sediamo al fresco della veranda, subito raggiunti e circon-