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— Dio, Dio, — gridavo. E Dio fece spingere silenziosamente l’uscio del luogo spaventoso, e mi apparve negli occhi vuoti del cieco.



Vidi quelli del mio aggressore spalancarsi atterriti, e il suo viso rifarsi grigio e duro. Mi lasciò, si alzò, si scosse tutto come un uccellaccio bagnato dalla pioggia. D’un balzo io fui accanto al cieco: anelante gli dissi:

— Ci sono io, qui, signor Fanti: mi conosce?

Come se mi conoscesse da lungo tempo egli rispose calmo:

— Le chiedo scusa, signora. Ed anche a te, Gabriele: non sapevo che avevi visite.

L’altro non risponde: con la testa bassa, le mani appoggiate al tavolino, pare debba da un momento all’altro cadere tramortito: ma oramai io non sento per lui che