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dizione della mia razza soffocavano. E poi come fa a sapere che io diffidassi e pensassi tanto male di lei?

— Ero come un veggente. Tutto indovinavo, di lei, poiché le penetravo nell’anima con un possesso violento. Lei però non si abbandonava, non sentiva il mio spirito: vedeva in me solo il corpo, l’uomo mortale, pieno, secondo lei, di vizi e di errori.

— Mi par di sognare, nel sentirlo parlare così, — insisto io, invano tentando di liberarmi dalla sua stretta. — Io credevo invece fosse tutto il contrario, e che lei vedesse in me solo una povera creatura ignorante. Malinteso, da entrambe le parti: cosa che avviene spesso in simili casi. È inutile, ripeto, ritornarci su.

— Inutile per lei, che è felice, che ha una vita di gioia avanti a sé. Ma io....

— Lei guarirà: è giovane, si dimenticherà di quest’avventura.

— Lei la chiama avventura? Ah, si ricorda di quando mi piegai per mordere i capelli del suo fratellino, che mi chie-