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delle valige, ci avrebbero cacciati via, lontano, come nemici.
Ma dove siamo?
— Non doveva venire una donna a portar via questa roba?
Mio marito si scuote, al fischio della voce irritata: e d’un tratto ritorna tutto a me.
— Adesso vediamo: forse la Marisa è in ritardo.
Ma non ci crede neppure lui. Preoccupato mi fa deporre la valigia su una panchina addossata ad un piccolo chiosco chiuso, nello spiazzo davanti alla stazione, e guarda di qua, di là, nelle lontananze dei viali che vi si partono in triangolo attraverso i prati fino al mare, e nei quali nessuno si vede.
— Le dev’essere accaduto qualche guaio; che non abbia ricevuto il mio espresso?
O per mia cosa o per l’altra, la donna non appare: dentro il chiosco fischia con ironia un gruppo di folletti. Intorno a noi vedo una specie di landa, folta di erbe alte e di cespugli fioriti di bianco