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con vecchi numeri di riviste illustrate, lo specchio coi fiori a smalto, e gli altri mobili, ricordavano le sale d’aspetto dei dentisti di second’ordine.

Egli m’invitò a sedere sul divano, e prese posto davanti a me, su una poltrona di vimini: non sembrava più lui, animato ed evidentemente commosso, tanto che quando mi disse con voce turbata:

— La ringrazio: sto meglio, e questa sua visita mi rianima; — mi rallegrai sinceramente, per lui e per me, scacciando anche la prima impressione di angosciosa diffidenza che l’aspetto di lui e del luogo mi avevano destato.

Dissi, semplice e cordiale:

— Ho piacere di trovarla così: e sono venuta appunto perché l’ho veduta sulla loggia. Ma come va che non c’è nessuno in questa casa?

— Non so. La signora credo sia andata dalla sorella, all’Albergo del Lido, e avrà condotto con sé il marito: e la ragazza di servizio, al solito, quando i padroni sono assenti, se la sarà svignata.