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occhi, oh gli occhi, erano quelli di una volta!

Eppure mi diedero un senso di terrore, appunto come quelli di un morto momentaneamente resuscitato.



— Come sta? — gli domando con voce amica, tendendogli generosamente la mano. E questa volta egli la prende, la mia mano leale e pietosa, nella sua che è fredda e secca come un artiglio: e mi trae dentro con forza, quasi per paura che io voglia andar via subito.

Intorno al pianerottolo chiuso dalla vetrata si aprivano alcuni usci: in fondo c’era quello della sua camera, spalancato. Sempre tenendomi per mano, egli però mi fece entrare in un salottino che dava anch’esso sulla loggia: un salottino con pretese di eleganza, con un divano e con tappeti turchi, a parte i quali un tavolino