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canna in mano. Le sue sopracciglia barbariche si misero d’accordo con gli occhi; tutto si spianò in un sorriso marino. Osservai che egli, poiché si era raso la barba, aveva una piccola bocca ancora fresca e la fossetta sul mento: doveva essere stato un bell’uomo, e glielo dissi, cordialmente.
Come uno che, ricevendo un regalo inatteso, cerca subito, nella sua mente, il modo di ricambiarlo, l’uomo fissò gli occhi davanti a sé, nel vuoto, distaccandosi da tutto il resto; poi si riprese, e m’inondò d’azzurro il viso, col suo sguardo confidente. Aveva trovato. Disse, piano:
— La signorina, come la mia mogliastra la chiama, dovrebbe fare una cosa: girare alla larga dalla villa rossa.
Io rimasi colpita, quasi offesa. Che c’era? Anche lui sapeva della mia avventura? Tutti lo sapevano, dunque? Ma perché? Mi guizzò subito nella memoria, come una frustata, il ricordo del versetto biblico: «Non c’è nell’uomo cosa nascosta che non venga discoverta».