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dermi; Gabriele però mi aveva già veduto e mi accorsi che anche il suo viso si rischiarava, quasi che la mia presenza gli infondesse un senso di gioia, di vita.

Entrambi mi fecero un segno di rispettoso saluto e svoltarono lungo la siepe, verso la strada maestra. Nulla di più semplice: io tuttavia ne rimasi turbata. Sentivo che Gabriele, appena rimessosi dalla sua ultima crisi, era uscito per vedermi; e poiché doveva sapere che io non uscivo più sola di casa, aveva trascinato il cieco fino a passare sotto la mia finestra.

Verso sera tornò mio marito, e fregandosi le mani, con quell’aria furbesca di quando voleva farmi una burla o una sorpresa, annunziò grandi novità.

— Hai scovato un tesoro, da pagare i debiti del Comune?

— Di meglio, di meglio.

Sapendo già che la cosa sarebbe andata per le lunghe, finsi di non interessarmene oltre; finché, quando si fu seduti a tavola, egli confermò la notizia, già del resto annunziata da Marisa, di un gran-