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tivo una grande gioia triste entro di me. Mi accorsi però subito che mio marito, certo suo malgrado, provava a sua volta un senso di gelosia: era una gelosia istintiva, come la sentono anche i bambini, anche certi animali domestici, quando si vedono un po’ traditi o trascurati; ed egli cercava di nascondermela, senza riuscirvi del tutto. Non mi lasciava più un minuto sola, e la sera stessa parlò di andar via, dal nostro rifugio, anzi dal luogo stesso, tanto più se il vento doveva ricominciare.
Ma un avvenimento inatteso ci fermò sul posto più di quanto si credeva. Era stato in quei giorni sciolto il Consiglio comunale del paese, e mio marito, senza che egli ne avesse fatto domanda, forse per suggerimento di qualche suo estimatore, fu nominato Commissario prefettizio. Si discusse a lungo, fra noi, se accettare o no. La nomina era indubbiamente onorifica, e avrebbe giovato alla carriera di mio marito: inoltre era accompagnata da una discreta indennità che ci poteva permettere una villeggiatura gratis.