Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 139 — |
il violino: mi sono commossa e volevo andare a visitarlo.
— Ma è proprio una fissazione la tua, per quel disgraziato, — egli risponde, sbattendomi lievemente i giornali sul braccio.
— Se ci si dovesse commuovere per tutti gli infelici del mondo non si respirerebbe più.
— Ma questo è a due passi da noi: e noi siamo felici, mentre egli muore.
— Se suona il violino non muore.
— Muore, muore. Ed è solo al mondo.
— E che ne sai, tu?
— La sua padrona di casa lo ha detto alla Marisa.
— E allora gli faccia compagnia la sua padrona di casa.
— Tu sei cattivo, sai; cattivo ed egoista.
— Sta a vedere che ti innamori di quello spauracchio. Eppure il tempo in cui i malati di quel genere andavano di moda è da molto passato.
— Non credo che quei malati abbiano mai destato altra passione che la pietà,