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Io tornai su, rassegnata, convinta anzi che, per quella sera, Dio non mi permetteva di avvicinarmi a Gabriele: la finestra di lui era ancora aperta, il suono non si sentiva più: ma mi pareva che nell’aria e nelle cose che si oscuravano si spandesse la desolazione mortale di lui.
Andai incontro a mio marito, e mi attaccai al suo braccio con una tenerezza puerile: una volontà superiore alla mia mi spingeva a confidarmi in qualche modo con lui, a chiedergli, senza parerlo, aiuto e consiglio.
— Sono andata giù fino alla spiaggia, — dico sottovoce, — ed ho veduto il marito di Marisa, che accomodava il tetto, perché assicura che questa notte pioverà e poi, Dio ci scampi, ricomincerà il vento; poi ho sentito il malato suonare