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aveva avvelenato l’atmosfera della mia fanciullezza?
Quando però egli si tolse di bocca il fazzoletto col quale cercava di soffocare la tosse, e dentro vi chiuse una macchia di sangue, il mio turbamento e i miei cattivi pensieri si mutarono in una pietà ardente e angosciosa.
— Gabriele, — dissi, tendendogli la mano, — le chiedo scusa. Lei però fa male davvero, a starsene fuori con questo ventaccio. E come mai, poi, ha scelto questo paese per suo soggiorno?
Egli fece un gesto con la mano che stringeva il fazzoletto: non toccava, anzi pareva respingere la mia. Non parlava, forse per non riprendere a tossire; ma il gesto diceva: «Questo o un altro paese, è lo stesso, oramai, per me. E poi, chi sa nulla del nostro destino?».
— Gabriele, non creda che io mi sia davvero dimenticata di lei. Ho aspettato i suoi libri, si ricorda? Ho aspettato che lei tornasse. Venne invece il suo babbo, e poi seppi che lei era sempre all’estero,