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quando non avverrà il trasferimento di mio marito. Ma io sto volentieri nel mio paese, nella mia casa.
Di nuovo gli si rischiarò il viso, come per un riflesso luminoso.
— La ricordo sempre, la sua casa: ricordo la camera dove lei, quando la serva mi fece entrare senza chiedere permesso, leggeva i Martiri di Chateaubriand, davanti al meraviglioso scrittoio antico. Ricordo la lampada della stanza da pranzo, la figura francescana della sua mamma, e i suoi fratellini che mi saltavano addosso come cagnolini scherzosi. Tutto ricordo. E lei?
Egli si era fatto severo: la breve pausa fra le sue ultime parole aveva un tono d’inquisizione: come se la colpevole del nostro distacco dopo quella sera indimenticabile fossi stata io!
Ed io arrossivo, infatti: ma sentivo il vento spazzarmi il viso, e speravo che egli non si accorgesse del mio turbamento. Avrei voluto dirgli che anch’io ricordavo tutto, e difendermi, e domandargli