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una forza naturale, e voglio attraversarlo come lui attraversa gli alberi e i cespugli. Mi stringo le vesti con una mano, con l’altra tengo fermi i capelli, e scendo verso la riva. Il mare è tranquillo, azzurro, appena increspato dalla furia del mostro: anzi pare ne sorrida, mentre sulla spiaggia sconvolta la rena fugge spaurita, rifugiandosi a ridosso delle dune.
Io mi fermo di nuovo al limite dell’acqua, e ripenso a certe mogli di pescatori, quando fra la bufera aspettano a riva il ritorno delle barche.
Le barche, però, le vedo andare calme al largo, con le vele gonfie, colorite come tulipani: vanno laggiù, dove il mare e il cielo si confondono in uno stesso vapore violaceo, mentre a riva le onde si portano via il vento, giocando con esso come i delfini fra loro.