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chetti che lei si gode da solo, carissimo signor Nèle, — ribatte mio marito, facendo atti di scongiuro. — Siamo in maggio.

L’uomo mi porse con grande gentilezza, quasi con galanteria, il pacchetto del dentifricio.

— A lei, signora, sebbene constati che i suoi denti brillano come perle. Del resto, — aggiunse frenando un sorriso di malizia, — loro, signori sposi, non hanno da temere gran che, pur restando chiusi tre giorni e tre notti nel loro nido. Piuttosto questo cormorano....

Le ultime parole le pronunziò sottovoce, ed io feci appena in tempo a tirar mio marito per il braccio e costringerlo a seguirmi fuori della farmacia, quando il fantasma nero che aveva oscurato il vano della porta si avanzò, evitandoci, verso il banco.

— Che faccia hai fatto, — disse mio marito, guardandomi preoccupato. — Sei verde.

Allora io proruppi: