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L’uomo nero infatti era là in fondo, dove il muro azzurro del mare ricingeva la terra.
Camminava a testa bassa, come cercando un oggetto smarrito: non mi vide, certamente, ma io mi gettai lo stesso indietro, nell’angolo della siepe, per meglio nascondermi ed aspettare che egli si allontanasse: e mi pareva che l’erba tremasse con me, ai miei piedi, che i ragni sospendessero l’opera loro e le farfalle fuggissero: tutto per paura di lui. Di lui che velava la luce del sole, e che forse cercava sulla sabbia, al limite fra la vita e la morte, le orme dei suoi giorni perduti.
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Nel rientrare a casa dovevo avere il viso spaventato e nello stesso tempo sor-