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stanza, che serviva da camera da letto, da cucina, da ripostiglio per gli arnesi da pesca. Tutto vi era pulito e in ordine: sulla mensola del camino le caffettiere, ed altri recipienti di rame, sembravano nuovi: e sulla scranna accanto alla porta distinsi il fuso e la rocca gonfia di canapa, nonché una rete da rammendare. Un senso di vita antichissima, di vita ancora all’alba dei tempi e dell’umanità, si sprigionava da tutto l’ambiente: ed io stetti a guardare dentro la casa dell’anarchico come i bambini guardano dentro il pozzo dove si riflette la luna.

Questo è proprio il paese della luna di miele. Si scende verso il mare: la spiaggia è in pendìo, e in questo punto assai larga, con una sabbia finissima e mobile, che il vento ammucchia in vere dune. Bisogna alquanto faticare, poiché non si è scalzi, per raggiungere la striscia solida lambita dalle onde chiare come acqua di fiume.

Eccoci dunque nel cerchio del sogno tanto sognato: fra mare e terra; fiorito

Deledda, Il paese del vento. 7