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stra vicinanza, cioè quella della nostra felicità, a turbare la triste quiete di quei due sposi già avvolti dallo stesso velo funebre.
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Quando mi affacciai alla finestra, vidi, distesovi sotto, un miracoloso tappeto verde ricamato di margheritine rosee: e fra l’uno e l’altro dei salici che l’ombreggiavano, aprirsi un viottolo in fondo al quale brillava lo specchio azzurro del mare.
Mi feci il segno della croce; tanto il senso di gioia che provavo mi arrivava alle radici dell’anima. Poi scrissi alla mamma: e per impostare la lettera si andò alla stazione, rifacendo la strada solitaria del giorno prima. Non volevo ancora visitare il paese: avevo paura di veder gente, di uscire cioè dal cerchio magico di solitudine che Dio aveva segnato intorno a noi per la nostra felicità. Solo, nel ritornare indietro fino alla spiaggia, sbirciai