Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 81 — |
presa mi piacerebbero gli sforzi e i rischi necessari per condurla a buon termine.
— E finita quella?
— Ne tenterei subito un’altra, più arrischiata, e poi un’altra ancora.
— Vorresti conquistare il mondo, allora! Io, invece, figlio mio, vorrei coricarmi al fresco d’estate, e in un buon letto caldo d’inverno.
— E in primavera?
— In primavera? Andrei a Parigi!
Una sera, dopo che si fu coricato sul suo letto alto, fatto di rami e di un pagliericcio di felci, Bruno sentì una smania, una irrequietudine come se avesse la febbre. Era stanco e non poteva dormire, sentiva il profumo dei ciclamini e l’odore dei funghi, e gli sembrava d’essere ancora lassù, nei suoi boschi, «caporale» in una «piantonaia»; e per scacciare questo vago senso di nostalgia pensava a Marielène, allo speculatore, al suo avvenire. Invano, pensando a Marielène cercava di sfuggire al ricordo di Sebastiana; la figura della fanciulla lo perseguitava, fresca, ridente, voluttuosa. Finalmente si addormentò, ma ella gli apparve anche nel sogno: era venuta nella capanna per cercare la fotografia smarrita dallo speculatore, e frugava fra le felci del paglieric-