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accendere; e per alcuni momenti entrambi tacquero, mentre la stanza si riempiva di fumo odoroso. Finalmente lo speculatore si tolse il lungo sigaro di bocca, ne scosse la cenere e disse:
— Non ci sarebbe che un mezzo molto spiccio, per far capire la ragione a quella gente: dar fuoco alla tanca! Ah, ah!
Egli rideva sonoramente del suo scherzo; e Bruno sorrise, ma a sua volta non rispose, poi cambiarono discorso parlando di tutti gli altri affari che urgevano.
Prima di andarsene, Bruno entrò in cucina per salutare le donne, e Sebastiana lo seguì fino alla scala facendogli lume e scherzando con lui.
— Hai sentito come mi sgridava, la tua signora Elena; però non l’ha con me, no! Essa batte la sella perchè non può battere il cavallo, — gli disse sottovoce, quando furono giù davanti alla porta.
— Che? Non va più d’accordo col padrone?
— Essa non va d’accordo neanche col diavolo! È cattiva, gelosa come un cane....
— Ha ragione d’esser gelosa di te! — egli disse, stringendole a lungo la mano e tentando ancora di abbracciarla, ma questa volta ella gli sfuggì, ed egli se ne andò felice ed inquieto.
Pioveva ancora a dirotto, ed egli si ri-