Pagina:Deledda - Il nostro padrone, Milano, Treves, 1920.djvu/372


— 366 —

corgersi che Bruno a sua volta lo osservava con inquietudine. Ma appena ella andò nella sala da pranzo, Predu Maria tornò a fissare il suo rivale, e strizzò un occhio, sogghignando, come per significare che fra loro si intendevano. Il suo viso, contratto da un’espressione strana, pareva una maschera macabra sogghignante d’odio e di scherno.

— Ella non si lascia offendere! Hai sentito? — disse a bassa voce, accennando con la testa l’uscio della sala da pranzo. — Diglielo tu come si lascia offendere, invece.... e come non se ne accorge!... Addio.

Bruno non lo richiamò, ma tornò sul limitare della porta e seguì con uno sguardo di spavento la figura nera che se ne andava come era venuta, in modo quasi misterioso.

E rimase a lungo immobile come se avesse veduto un fantasma. Gli sembrava d’aver sempre davanti quel viso sogghignante, quegli occhi che ammiccavano; e ripeteva parola per parola le frasi ironiche di Predu Maria.

— Non c’è dubbio: egli sa, o almeno sospetta. «Voglio divertirmi anch’io» «voglio far festa» «ella si lascia offendere senza accorgersene». Egli cerca la vecchia