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fioriti, e il canto delle donne che lavavano al torrente, fra le roccie e le macchie, si fondeva col rumore dell’acqua, in una stessa nota melanconica e monotona.
Le due amiche scesero sino alle falde estreme dell’Orthobene, verso Oliena, raccontandosi le loro piccole vicende; e Predichedda parlava male di suo zio, delle cugine e della nonna.
— Egli mi tratta come una bestia; ma che dico bestia? vedi, quelle capre che s’affacciano fra quelle pietre lassù, son più felici di me.
— E tu perchè non lo abbandoni?
— Che vuoi? Io ho pietà di lui. Egli è così irritato, così misero....
— Peggio per l’anima sua! Egli è un poltrone, un’anima indiavolata....
Ma Predichedda non voleva che si parlasse male di Antoni Maria, e cominciò a difenderlo, dimenticando quanto lei stessa aveva detto.
— Egli si è rovinato per gli altri, per gli amici.... Tuo marito ne sa qualche cosa....
— Mio marito? — disse Sebastiana, senza offendersi. — Ah sarebbe stato bene che tuo zio non lo avesse fatto venire a Nuoro!
— Perchè, ti sei pentita d’averlo spo-