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ria da speculatore e sembra diventato il padrone della foresta. Ella sente un vivo rancore contro di lui, ma è il rancore della donna per l’uomo indifferente ai suoi vezzi.
Eppure, al contrario dell’altra volta, quel giorno egli le si avvicinò, e accettando l’invito di Predu Maria mangiò assieme con loro. Chiacchierarono delle solite cose, della pensione, dei pensionanti, di Marielène che lavorava giorno e notte, della maestra Saju che rinfacciava a Sebastiana di non lavorare come la sua vicina di casa....
Appena finito il pasto, Sebastiana si alzò per andare nel bosco e finir di riempire di ghiande la sua corba, e siccome si affrettava, quasi affannata, per paura che sua madre la sgridasse, Bruno le disse:
— Ma sarebbe tempo che tua madre finisse di trattarti come una bimba. Io suo genero non permetterei tanto.
— E tu non permetti a tua moglie di lavorare fino ad ammalarsi?
— Prenditi questa! — disse Predu Maria, e rise.
— Mia moglie? Ma appunto, mia moglie fa quello che le pare e piace!
— Ah, essa ha del fegato!
Bruno accese la sua pipa e rispose, stringendo il bocchino coi denti: