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Marielène sorrideva di gioia, e Sebastiana la guardava e, cosa insolita in lei, taceva: solo quando la rivale le fece vedere la sua camera da letto, disse scherzando:
— Anche noi fabbricheremo: Predu Maria venderà i palazzi che possiede al suo paese e ci faremo una casa coi balconi di ferro....
— Sarà molto se riusciremo a fabbricare il muro dell’orto, — disse la maestra che non era vanagloriosa. — Chi ama far lusso, figlia mia, non fabbrica palazzi.
— Lusso, lusso! Ebbene, figùrati, Marielène, mia madre vorrebbe che io andassi scalza!
— Eh, ragazza mia, di’ la verità; ti piacciono sos bellais...1, — disse Marielène trattandola come una bimba, ma con ironia ed anche con lieve disprezzo.
— Che vuoi, non son vecchia come te, per pensare sempre a cose serie.
Da buone vicine esse continuarono a farsi visita, salutandosi dalla finestra e rendendosi spesso qualche servigio.
Marielène comprava mobili e si procurava altri pensionanti. Quasi tutti i professori del ginnasio, giovani scapoli, andarono ad alloggiare da lei; ed ella dovette
- ↑ I gingilli.