Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 239 — |
tano d’una fisarmonica pareva l’invito di una voce appassionata che indicasse agli amanti l’ora dei loro convegni.
Sebastiana e Bruno non avevano mai conosciuto quest’ora, e adesso sentivano l’invito, instintivamente, come sentivano il desiderio di bere e di riposarsi; e se egli si fosse fermato, nel viottolo rischiarato dalla luna, ella gli sarebbe caduta fra le braccia; ma egli camminava rapido come per sfuggire ad un pericolo, ed essa lo seguiva silenziosa e stanca.
VII.
Bruno era sceso a Nuoro perchè quella sera stessa aveva un appuntamento coi vicini di casa di Sebastiana.
Dopo aver rimesso rapidamente in ordine la cucina e la stanzetta da pranzo, Marielène sbrigò qualche altra faccenda e andò su a vestirsi. Leggera ed agile, nel suo costume scuro, ella correva di qua e di là silenziosa e pareva volasse come una grande farfalla nera; e Bruno e la vecchia padrona di casa, che filava seduta davanti al portone, al chiaror di luna, parlavano