Pagina:Deledda - Il nostro padrone, Milano, Treves, 1920.djvu/235


— 229 —

ciò a scherzare, e per paura di pesar male, cioè di oltrepassare il peso giusto, si abituò a toccar la bilancia col dito come faceva Lorenzo, dando così un peso scarso.

La suocera d’altronde vigilava, e con la scusa di andar a pregare nella chiesetta visitava spesso il genero e s’informava di tutto, prodiga di consigli, di avvertimenti ed anche di rimproveri.

Del resto, nulla di straordinario accadeva lassù. La speculazione continuava a spogliare la montagna, lasciando solo i boschi delle cime più alte. Sembrava l’opera di un ladro che denudasse la sua vittima lasciandole il capo avvolto in una maschera perchè non vedesse il viso del suo aggressore.

L’accampamento e la dispensa erano adesso a metà costa, a nord — est, in un punto donde si scorgeva la vallata di Valverde con la sua chiesetta melanconica, i monti d’Orune e di Lula, la chiesa di San Francesco bianca tra il verde e il grigio come un cigno in un lago.

Bruno e il nuovo dispensiere erano tornati amici, o almeno discorrevano amichevolmente ogni volta che si vedevano, ma mentre Predu Maria sembrava quasi rinato ad una nuova vita, il capo‐macchia diventava di giorno in giorno più grave