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che non lavorava neppure di giorno mentre Marielène non riposava neppure la notte. Ella andava e veniva, nella penombra della cucina, agile e nervosa, vestita nuovamente col suo costume scuro; era magra e pallida, ma il suo piccolo viso aveva preso una espressione di bontà e quasi di tenerezza.
— C’è già il lumino acceso in camera, Bruno mio, va! Adesso verrò anch’io.
Egli attaccò il cappello ad un chiodo e disse esitando:
— Elena, senti, ho veduto la casa di Zoseppedda Congiu.
— A quest’ora?
— Di fuori! Ho contato le finestre.... ho calcolato.... Saranno in tutto sei camere, la cucina, la cantina, le soffitte.... La vogliono vendere, e se la danno a rate ci conviene....
— Chi t’ha detto che la vendono?
— Sebastiana. Sono stato là per cercare il Dejana.... ed anche per domandare per la casa.... — abbassò la testa, pensieroso, ma la rialzò subito. — Sì, ci conviene; è veramente una casa adatta per pensione.
— Non basta vederla al di fuori! — ella disse vivacemente. — Eppoi prima bisogna informarsi bene, perchè Sebastiana