Pagina:Deledda - Il nostro padrone, Milano, Treves, 1920.djvu/226


— 220 —

mora violacea seducentissima nonostante il suo naso camuso. Sebastiana era la più bella fra tante bellezze.

Predu Maria tornò molto tardi, ma ella vegliava ancora, e cominciò a raccontargli la visita di Bruno.

Egli ascoltava, spogliandosi al buio, e non rispondeva; infine le si coricò accanto e disse tranquillamente:

— Va bene, alle nove. L’hai detto a tua madre?

— No, — ella esclamò, meravigliata della calma di lui. — Ma non hai capito? Egli vuol comprare la casa di Zoseppedda, e forse vuole il nostro orto....

— Vuole! Vuole! Volere non è potere!

— Sì, sì, — ella continuò, agitandosi. — Io ho fatto un pensiero maligno.... Che il Perrò voglia il nostro orto in cauzione, con la speranza di poterlo un giorno acquistare per regalarlo a Marielène....

Ma Predu Maria, che era stanco e aveva sonno, disse con voce velata:

— Oh, non pensarci neppure. Io non credo che mossiù Perrò abbia queste intenzioni, e se le ha, gliele leverò io dal testone.

Ella rise (bastava una parola per farla ridere) e domandò con la sua voce soave: