Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 215 — |
maestra, piacevano molto a Sebastiana. Anche lei si fece seria....
— Giovane! Un tempo lo ero. Adesso! Una donna maritata non è più giovane. Ah, ah! Ricordi quella mattina che tu salivi al monte ed io scendevo alla fontana? Che sciocchezze ti dissi! Tu avrai pensato: come è pazza Sebastiana!
— Non ricordo.
— Eh, lo so! Pensavi a Marielène e mi domandavi se aveva molti denari.
— Io domandai questo?
Egli si levò il cappellaccio grigio che gli ombreggiava il viso, e lo tenne fra le mani, allargandone e stringendone la piega: ed ella guardava il viso calmo e pallido di lui illuminato dalla luna, e i suoi occhi a momenti brillavano a momenti si oscuravano come il cielo di quella notte.
— Le ricordo io, tutte le tue domande di quella mattina! Tu pensavi già a lei, Bruno, ed io l’indovinavo.
— Era facile indovinarlo!
— Quando tu sei venuto su, la prima sera, mentre si aspettava il padrone, ricordi, Marielène mi mandò ad apparecchiare....
— Senti, — egli disse interrompendola, — è vero che Zoseppedda vuol vendere la sua casa?