Pagina:Deledda - Il nostro padrone, Milano, Treves, 1920.djvu/168


— 162 —


ricoli come se intorno a lui si stendesse di continuo un bosco tenebroso simile a quello della tanca Moro. Andarsene.... andarsene.... a qualunque costo, con qualunque mezzo....

Il passo risuonò ancora, vicino, a momenti grave e pesante, a momenti lieve e come attutito dal tappeto di foglie secche che copriva il suolo. Predu Maria si alzò a sedere; vide un uomo che percorreva il piccolo sentiero fra le roccie e lo chiamò:

— Antoni Maria Moro!

— Gerusalè! E che fai da queste parti?

— Ti aspettavo.... Da ieri....

— Da ieri mi aspetti? E che facevi intanto? Pregavi?

— Non hai nulla da dirmi? — domandò Predu Maria, mentre l’altro gli si sedeva accanto e ridacchiava con disprezzo.

— Avrei da dirtene, Gerusalè? Ma non mi degno parlare con un uomo come te. Sei un uomo, tu?

— E allora va al diavolo!

Intorno era un silenzio infinito, una pace, una dolcezza di sogno. Solo di tanto in tanto le cime degli alberi fremevano con un sussurro improvviso che tosto si spegneva; e pareva protestassero contro quei due uomini che con le loro querele