Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 116 — |
cacciasse via: ti aspetterei davanti alla porta e ti direi: vieni con me, cara mia; ho un pane? Dividiamolo!
Ella si strinse la testa fra le mani, cacciandosi le dita fra i capelli, e guardò per terra digrignando i denti, mentre egli, pauroso d’essere andato troppo oltre, si alzava dicendo:
— Scusami, se ti ho fatto dispiacere. Ma tu hai voluto che dicessi la verità.
— Tu ora mi dirai da chi l’hai saputo? — ella gridò, sollevando gli occhi minacciosi.
— Oh, questo poi, no, non posso!
— Tu l’hai saputo da Antonio Maria! È lui che ti ha fatto venire, è lui che si è preso gioco di te e di me; è lui che ordisce tutta la trama, lui, miserabile sfaccendato! Oh, me la pagherà!
— Marielène, ti giuro, non è lui! Se egli sa qualche cosa gliel’ho confidata io: non molestarlo!
— Allora è una donna!
— Sì, una donna, — egli disse, e sperò che ella si calmasse. Marielène invece gli saltò davanti come una furia e gli strinse le braccia con le sue mani nervose.
— Tu devi dirmi chi è!
— Ma che t’importa? Tu stessa hai detto che tutti sanno i tuoi segreti.