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82 | grazia deledda |
Per le vacanze di Pasqua, Serafino andò a Napoli. A Napoli comprò una cravatta di raso bianco con fiorellini di malva, e mettendosela davanti allo specchio del negozio s’accorse che gli stava bene, e che era un bel giovane, e pensò a una bizzarra notizia letta pochi giorni prima sul Mattino, d’una ricca americana che aveva sposato un conduttore della funicolare sul Vesuvio, semplicemente perchè questo conduttore era un bel giovane.
Dal negozio egli si recò all’Hôtel Cavour, dove si trovava Elisabeth, arrivata la sera prima da Roma.
Egli si sentiva stranamente calmo, deciso a mostrarsi dignitoso davanti alla ricca straniera; ma arrivato alla piazza della Stazione si fermò e si accorse che, suo malgrado, il cuore gli batteva forte.
Una folla pittoresca e multicolore animava la piazza; l’aria era tiepida, il cielo cosparso di nuvole d’un bianco perla luminoso che passavano rapide, come dirette ad un convegno.
Mentre comperava un mazzo di rose, Serafino vide una capra rossa e tranquilla, e guardò il capraro, un bellissimo giovanotto vestito come un dandy da commedia, col colletto alto e le scarpe gialle.
Allora egli si vergognò di aver pensato alla ricca americana e al conduttore della funicolare, e impugnando fieramente il mazzo delle rose si avanzò a testa alta verso l’hôtel.