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novella sentimentale 81


sabeth non gli aveva mai scritto che lo amava, nè egli a lei, ma certe cose non occorre spiegarle: si capiscono.

D’altronde egli amava come aveva desiderato di amare: senza calcolo, senza speranza. Così, soltanto per amare. Elisabeth era molto ricca, anche più ricca della figurina di Zuloaga, ed anche orgogliosa, ma in modo diverso dalla signorina del paese. Una volta scrisse al suo amico queste parole:

«Io sono lieta che fra me e l’uomo che dirà di amarmi vi sia un grande ostacolo morale, uno di quegli ostacoli che non tutti hanno il coraggio di superare...»

Serafino non domandò neppure in che consistesse quest’ostacolo. C’era una macchia nel passato di Elisabeth? Poco gl’importava, sicuro come egli era di non arrivare mai alla sua traduttrice e di mai chiederle amore. Però, cosa strana, sebbene si fosse avverato il suo antico sogno romantico, ora egli non pensava più alla morte.

Arrivò così la seconda primavera: i muri rugginosi della casa incompleta si chiazzarono di musco, di fiorellini gialli, e dalla montagna scese l’odore dei ciclamini.