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80 | grazia deledda |
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Dunque, un anno e sei mesi passarono. Due autunni umidi e gialli, una primavera calda, un’estate ardente, e due inverni tiepidi e chiari come primavere. Serafino non ricordava la tristezza o lo splendore delle altre stagioni attraversate da lui come da un viandante cieco; ma non dimenticò mai l’ardore di quella primavera e la dolcezza di quei due ultimi inverni passati nel villaggio ove viveva il letterato suo nemico.
Mai nemico soffrì più di questo letterato. Tutto il paese oramai riveriva il maestro per la semplice ragione che l’Amministrazione della Die Zeit gli aveva spedito dieci copie del giornale, e settanta fiorini in lettera assicurata. Veramente Serafino non aveva cercato la celebrità, nel paese ove insegnava; ma il segreto della sua gloria e della sua fortuna era stato tradito dall’ufficio postale.
Anche la figurina di Zuloaga un giorno guardò il maestro con occhi benigni, un po’ voluttuosi, ma egli oramai non s’accorgeva più di lei.
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Anche se l’inverno fosse stato rigido e triste, egli non avrebbe sofferto il freddo e la miseria. Tutto oramai era bello e chiaro intorno a lui. Egli si sentiva amato: egli amava! Veramente Eli-