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novella sentimentale | 79 |
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L’ecc., ecc., eccetera, fu di Serafino, al quale l’ultima parte della lettera di Elisabeth Kerker parve troppo studiata.
— Deve essere una di quelle straniere ricche, con gli occhiali - egli pensò; - una persona ricca, insomma, di quelle che si beffano dei poveri prendendoli a proteggere e magari dicendo loro: beati voi.
Tuttavia scrisse ancora, prendendosi il gusto egoistico delle persone solitarie, di descrivere la propria casa, l’orto, la montagna coi relativi profumi, la scuola, i bambini, e infine tutta la cornice che s’adattava tanto al quadro melanconico della sua vita.
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Quelle lettere furono naturalmente il primo capitolo di un romanzo epistolare, non più scipito nè più interessante di mille altri romanzi del genere, che capitano regolarmente a quasi tutti i giovani scrittori e alle giovani scrittrici.
Impossibile riprodurre qui tutta la corrispondenza dei due maestri, che durò un anno e sei mesi.