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novella sentimentale 71


più si convinceva che l’amore e la carità non esistono fra gli uomini.

Anch’egli, del resto, non amava nessuno: neppure i suoi trenta scolaretti monelli.

Una volta s’era proposto d’innamorarsi della più bella ed elegante signorina del paese, la figlia d’un ricco proprietario: una bruna che pareva una figurina di Zuloaga.

— Come l’amerei! — egli pensava. — Non sarei così sciocco da sognare di sposarla, ma se potessi baciarla ed esser baciato da lei una sola volta, se potessi sentire il suo cuore battere sul mio, mi parrebbe di rinascere. Soffrire per amore, come deve essere bello!

Ma quando egli passava sotto le finestre del ricco proprietario, la figurina di Zuloaga, che sognava di sposare un segretario di Ministero, gli chiudeva rumorosamente la finestra sul muso.

Egli abitava in una vecchia casa, o meglio in una casa di cui erano stati appena costrutti i muri, abbandonata poi e quasi caduta in rovina. Appena due stanze al pianterreno, mal riparate da un tetto di ardesia, servivano d’abitazione al maestro. Una scala di granito, ritrovo di lucertole e di ragni, conduceva ai piani superiori, e qualche volta Serafino s’arrampicava lassù, e vagava come le lucertole, e si affacciava al vano delle finestre